Test del Risveglio Spirituale: approfondimento sulle domande e sulle risposte

Qui troverai la spiegazione di ciascuna domanda in chiave psicologica e spirituale. Se non hai ancora svolto il test ma hai intenzione di farlo, ti consigliamo di rimandare la lettura di questo articolo fino a quando non l’avrai portato a termine, diversamente le tue risposte potrebbero risultare meno spontanee.

TEST DEL RISVEGLIO SPIRITUALE

DISTACCO

L’opposto dell’attaccamento, ossia la capacità di distaccarsi psicologicamente da tutto ciò che è frutto del mondo: oggetti, denaro, lavoro, affetti. Sì, anche le relazioni interpersonali fanno parte di questa sfera: l’anima ricerca l’assoluto, mentre la gran parte dei rapporti terreni basati su parentela e bisogno reciproco è del tutto transitoria. Attenzione: quando si parla di attaccamento agli oggetti, va compreso che il problema non è l’oggetto in sé (qualunque esso sia), bensì la percezione interiore, conscia o inconscia, di non poter vivere senza di esso. 

1. Riguardo alla tua famiglia, ti capita / ti è mai capitato – di percepirti come una pecora nera?

Quello del risveglio è un percorso individuale e non collettivo. Non esiste un’intera famiglia risvegliata. Inoltre, l’evoluzione spirituale nasce dal dubbio, dalla sofferenza e dalla disillusione. Andare sempre d’accordo, essere uniti e non sperimentare mai contrasti e divergenze rallenta o blocca del tutto il processo di trasformazione interiore. Questo concetto potrà apparire contorto a prima vista, ma basta ragionarci su un momento per rendersi conto che contiene del vero. Quand’è che una persona è spronata a dare il meglio di sé? Quando la vita le sorride, oppure quando attraversa un momento difficile e cerca di superarlo?

Oltre a ciò, l’illusione di poter vivere la propria esperienza terrena spensieratamente, con leggerezza e lasciandosi scivolare le cose addosso, purtroppo non porta molto lontano. Del resto la maggioranza vive già in questa maniera, non ti pare? E allora perché sei qui a leggere questo articolo? Vivi, segui il flusso, non farti domande troppo complicate e andrà tutto bene. Evidentemente non percepisci come vero quanto appena affermato, altrimenti non perderesti tempo a leggere articoli di questo genere.

2. Se tu avessi più soldi e oggetti rispetto al tuo stato attuale, la tua vita sarebbe:

Questa domanda all’apparenza scontata, in realtà non lo è affatto. Il denaro, in termini simbolici, rappresenta la nostra energia. Dal momento che il mondo esteriore è un riflesso di quello interiore, chi desidera possedere più denaro, manca di energia interiore. Chi invece resta indifferente rispetto alla quantità di denaro posseduta, manifesta un maggiore equilibrio interiore, e quindi spirituale. La questione può anche essere vista in un altro modo: più forte è il tuo attaccamento al denaro e più energia stai regalando al mondo, sottraendola alla tua anima e alla tua coscienza.

3. Restando sul concetto di libertà, cos’è dunque che ti fa sentire libero/a?

Chi cerca la libertà nelle cose esterne, ovvero nel fare e nell’avere, non ha ancora fatto quel salto di coscienza che permette di comprendere come il mondo esterno non sia altro che un riflesso di quello interiore. Per esempio, chi si attacca morbosamente agli oggetti non riuscendo più a farne a meno (l’automobile ne è un perfetto esempio), dimostra di possedere un vuoto interiore che richiede attenzione. L’anima reclama considerazione, mentre la mente, che preferisce le certezze ai dubbi, devìa l’attenzione verso l’esterno, contribuendo in questo modo ad aumentare la portata interiore del disagio e di conseguenza anche l’intensità della dipendenza esteriore (nel nostro caso, l’attaccamento all’automobile).

4. Come ti poni rispetto alle abitudini, alle tradizioni, ai modi di vivere più diffusi e socialmente accettati?

Le tradizioni e le abitudini consolidate, per quanto interessanti ed istruttive possano essere, rappresentano una forma di attaccamento nei confronti del mondo e delle sue dinamiche. Ad un certo punto, il ricercatore spirituale mette in discussione anch’esse e si rende conto che, come ogni altra cosa, vanno prese con spirito critico.

5. Per costruire un mondo migliore bisogna continuare a lottare con costanza e fiducia. Come la vedi?

Il mondo non si cambia per il semplice motivo che il mondo in quanto tale non esiste, infatti sono le persone a renderlo ciò che è. Le persone possono cambiare se stesse soltanto se vogliono farlo: nessuno può imporre loro un cambiamento dall’esterno, in quanto ogni forzatura finirebbe per generare una reazione opposta e contraria. A questo punto qualcuno potrebbe obiettare che la malvagità e l’oppressione spingono le persone a reagire e ad evolvere. In realtà no, perché opporsi a qualcosa significa legittimarla e fornirle energia, dando vita ad un circolo vizioso molto simile a quello dualistico che vede contrapposte destra e sinistra in ambito politico. In fatto di consapevolezza è decisamente meglio ignorare ciò che non ci piace, ovvero privarlo di energia, piuttosto che combatterlo.

6. Scegli l’affermazione che meglio descrive il tuo rapporto con la morte:

La paura della morte indica un forte attaccamento alla vita terrena e una visione dell’esistenza incentrata sugli aspetti biologici e materiali. L’anima non teme la morte poiché è eterna e immortale. Dunque, chi teme intensamente la morte è dominato dalla componente mentale con il suo carico di paure e relative speranze, spesso illusorie, mentre la componente animico-spirituale viene tenuta a debita distanza.

 

DISILLUSIONE

Dopo una prima fase di turbamento, rifiuto e rabbia, arriva il disincanto. L’ego fa resistenza e non vuole mollare le sue illusioni e false sicurezze; mentre l’anima, che osserva le cose da una prospettiva non terrena, inizia poco alla volta a demolire tutto ciò che non serve più.

7. Cos’è che ti spinge a cercare di migliorarti?

Il semplice fatto che un individuo avverta la necessità di migliorarsi è un fatto positivo, ma è importante comprendere cosa c’è alla base di questa necessità. Farlo per paura di essere tagliato fuori dalla vita sociale è indice di insicurezza e scarsa forza morale. Farlo pensando di cambiare il mondo è pura illusione. Farlo per aiutare il prossimo è nobile, ma bisogna essere consapevoli del fatto che nessuno può sostituirsi a qualcun altro, in quanto il percorso di maturazione ed evoluzione interiore è del tutto soggettivo e non può essere imposto nemmeno con le migliori intenzioni.

8. Ti sorge mai il dubbio che il mondo in cui viviamo sia un grande show, una sorta di messa in scena in cui ognuno recita una parte predefinita?

Basta fermarsi un attimo a guardare le cose con distacco per rendersi conto che la società è folle. Un esempio: se le persone smettessero di credere che il denaro abbia valore, il mondo si fermerebbe all’istante e nulla funzionerebbe più. I pilastri su cui si basano le certezze umane sono a dir poco fragili, quando non del tutto illusori. Quindi ognuno deve continuare a recitare il proprio ruolo, credendoci o meno, per evitare che una vera rivoluzione dello spirito possa verificarsi…

9. Si può piacere agli altri ed essere completamente sinceri al tempo stesso?

La maggior parte della gente vive completamente immersa nelle illusioni e nelle false credenze inculcate dalla società. Se quelle stesse persone che non sanno distinguere il vero dal falso approvano e condividono ciò che noi diciamo e facciamo, allora forse non siamo così evoluti e sinceri come crediamo di essere. Da che mondo è mondo, la massa deride i risvegliati nella migliore delle ipotesi, mentre in quella peggiore li perseguita e condanna a morte. Vedi l’esempio di Gesù e il mito della caverna di Platone.

10. Cosa significa per te l’espressione Risveglio Spirituale?

Ognuno di noi interpreta la realtà basandosi sulle proprie conoscenze e sul proprio livello di consapevolezza. Il processo di risveglio spirituale inizia con la messa in discussione delle credenze date per scontate, per poi trasformarsi in un più ampio e generalizzato percorso di maturazione interiore. La fase successiva, ma non necessariamente quella conclusiva, si incentra sulla ricerca della verità. Quindi si parte da uno stimolo esterno (le illusioni del mondo), poi ci si concentra sulla propria interiorità (maturazione psicologica), e infine ci si focalizza nuovamente sulla realtà esteriore (ricerca della verità), ma questa volta con la consapevolezza che le risposte non vanno più cercate all’esterno, bensì dentro di noi.

11. Restando in tema di credenze, idee e interpretazioni: in che modo ti formi un’idea?

Il vero problema non è quello di crearsi un’idea o una convinzione, bensì quello di decostruire tutte le credenze errate e fuorvianti. Le informazioni di cui disponiamo sono fin troppe, ma discernere ciò che serve da ciò che non serve è difficoltoso e richiede un lavoro attivo e costante.

12. Ti succede / ti è mai successo – di rivedere completamente certe tue credenze/idee?

Per un individuo che evolve psicologicamente e spiritualmente è perfettamente normale cambiare idea e visione del mondo nel corso della vita. Ad un certo punto ci si rende infine conto che la realtà non è univoca, ma che ognuno di noi la interpreta a seconda del suo livello di consapevolezza.

13. A proposito di recitare, come vedi il teatrino della politica?

Il concetto stesso di rappresentanza politica è un qualcosa di anti-evolutivo, infatti esso si basa sul delegare la propria responsabilità verso qualcun altro. Come potrà mai esserci un vero cambiamento nella coscienza umana se continuiamo a chiedere ad altre persone di agire e pensare al posto nostro? Questo è un giochetto molto comodo in termini pratici, ma perverso dal punto di vista coscienziale.

 

SCOMODITÀ

Una vita comoda e agiata non favorisce l’evoluzione spirituale e mal si concilia con il processo di risveglio. Volenti o nolenti, la sofferenza è un potenziale catalizzatore spirituale, e sapersi distanziare dalle tante comodità di questo mondo consumistico è un primo passo fondamentale verso una rinnovata visione dell’esistenza.

14. Ti turba l’idea di dover cambiare le tue abitudini?

Il percorso di evoluzione spirituale non si ferma mai, è come un fiume che scorre all’infinito. Divenire schiavi delle proprie abitudini e delle proprie manie non favorisce l’evoluzione interiore, perciò è indispensabile superare la paura dell’ignoto e del cambiamento per poter proseguire il viaggio dell’anima.

15. Una vita priva di ???? non è degna di essere vissuta. Quale parola metteresti al posto dei punti interrogativi?

Ancora una volta, andiamo cercando all’esterno ciò che ci manca interiormente. Se vogliamo più denaro, significa che siamo molto deboli spiritualmente. Se vogliamo più amici, percepiamo il bisogno di fare parte di un gruppo o gregge. Se desideriamo più amore, probabilmente non ci sentiamo compresi e apprezzati dal mondo. Se desideriamo trovare un significato alle cose, ancora non ci siamo pienamente resi conto che il senso va cercato all’interno di noi stessi e non nel mondo materiale. Se abbiamo bisogno di più verità, siamo consapevoli che il mondo è illusorio e andiamo in cerca dell’essenza delle cose.
La risposta ideale a questa domanda sarebbe: NIENTE. La persona più evoluta spiritualmente non ha bisogno di nulla; sennonché, per il semplice fatto di essere qui, nel mondo, tutti noi ricerchiamo qualcosa consapevolmente o meno.

16. Quale tipo di società preferisci tra quelle descritte qui sotto?

Una persona risvegliata ricerca l’essenza delle cose. Ella sa che per avvicinarsi alla verità è indispensabile eliminare tutto ciò che non serve e che genera distrazione. La persona meno consapevole, e quindi più focalizzata sul mondo esteriore, crederà, al contrario, che sia necessario aggiungere ulteriore complessità, ovvero nuove teorie, nuove invenzioni e, di conseguenza, nuovi problemi.

17. Che tipo di rapporto hai con la tecnologia?

La tecnologia è un’arma a doppio taglio. Se da un lato sembra semplificare la vita, dall’altro rende tutti noi più incapaci sia mentalmente che fisicamente. Le fascinazioni prodotte dagli strumenti elettronici e tecnologici distraggono l’anima dal suo cammino, così come un bambino si lascia allettare da un buon gelato. Il gelato finisce presto: e poi cosa resta? Il rischio consiste nel confondere il mezzo con il fine. Il fine è quello di evolvere psicologicamente e spiritualmente, il mezzo è tutto ciò che può aiutare a raggiungere tale scopo, tecnologia compresa. Il problema è che un’umanità poco consapevole tende a sviluppare una tecnologia che ingabbia lo spirito anziché favorirne la liberazione.

18. L’automobile è uno strumento di libertà. Sei d’accordo?

L’automobile è uno degli oggetti più desiderati in assoluto e molte persone sono disposte a indebitarsi per lunghi anni pur di possederla. Addirittura c’è chi la considera uno strumento di libertà, dimostrando di essere completamente immerso nelle logiche, spesso perverse, del mondo terreno. L’automobile è l’opposto della libertà, per certi versi; prova a pensarci su in maniera non superficiale e te ne renderai certamente conto.

Un piccolo spunto di riflessione: in termini simbolici l’automobile somiglia molto ad una scatola, o gabbia, dentro la quale ci si chiude volontariamente, per giunta felici di stare al suo interno. Davvero tutto questo ti suggerisce un senso di libertà?

Se credi invece che la libertà risieda nel poter andare in giro, spostarsi e viaggiare, e che l’automobile sia lo strumento che rende possibile tale forma di libertà, dimostri di non aver ancora compreso la differenza fra Essere e Fare/Avere. La libertà è un qualcosa che risiede dentro di noi, nella nostra essenza immortale, ed è semplicemente fuorviante pensare che essa abbia bisogno del possesso e dell’utilizzo di un oggetto per potersi esprimere. Quando si lascia il mondo terreno non ci si porta appresso né il denaro né gli oggetti, quindi i possedimenti materiali non fanno più alcuna differenza. L’unica vera differenza risiede nella sostanza interiore. Ragiona su questo concetto e sulla consapevolezza che ci si sente liberi a prescindere da ciò che il mondo ci impone di Avere e Fare.

19. Vieni mai assalito/a da un bisogno di maggior semplicità?

Come affermato da grandi saggi del passato, evolvere spiritualmente significa fondamentalmente saper discernere ciò che serve realmente da ciò che appesantisce e basta. La società ci dice che dobbiamo avere di più, sempre di più. L’anima ci suggerisce invece che pochissime sono le cose necessarie, e su quelle dobbiamo concentrarci, ma solo dopo averle identificate correttamente. Più semplicità e meno dipendenze.

20. Provi / hai mai provato – un forte disagio nel fare le cose che tutti fanno abitualmente?

Quando si realizza che il mondo è perlopiù illusorio e che il fare non porta a nulla se è semplicemente frutto di abitudini e comportamenti meccanici, può venire meno il desiderio di agire. Il criceto corre sulla ruota perché non può fare altro, me se potesse uscire dalla gabbia, molto probabilmente farebbe qualcosa di diverso…

 

SINTOMATOLOGIA

Il processo di risveglio dell’anima si manifesta attraverso una complessa serie di sintomi e fenomeni non sempre facili da carpire. Abbiamo cercato di raccogliere quelli più comuni e tipici delle fasi iniziali e intermedie del percorso di risveglio.

21. Ti succede mai di ritrovarti ad osservare cose e persone come se tu non fossi parte del contesto?

Un’anima risvegliata si rende conto che la realtà materiale è illogica e basata sulla dualità. Il mondo, osservato da un punto di vista spirituale, è nonsenso puro, un costante correre avanti e indietro ripetendo le stesse azioni all’infinito senza che nulla cambi mai per davvero.

22. Certe persone avvertono la nostalgia di casa, ma non si tratta di una casa terrena. E tu?

Questo sensazione si collega alla percezione che il mondo sia assurdo e folle. In genere, chi inizia a vedere la società come insensata e crudele, prova allo stesso tempo una forma di nostalgia nei confronti di un mondo alternativo basato su logiche assai diverse da quelle terrene. Forse una reminiscenza delle proprie origini metafisiche?

23. Certe persone appaiono spente, come se fossero robot di carne, altre hanno negli occhi una scintilla divina. Cosa ne pensi?

Se trovi offensiva questa domanda, significa che non stai realmente vivendo un processo di risveglio spirituale. In essa non c’è nulla di negativo, si tratta semplicemente di una constatazione, come affermare che il cielo è azzurro. Gli occhi sono lo specchio dell’anima, così recita un vecchio adagio.

24. Sogni / hai mai sognato – di volare?

Anche questo è un sintomo tipico della fase di risveglio spirituale. Molti affermano infatti di acquisire un certo controllo sui propri sogni, riuscendo a dirigerli a proprio piacimento. Volare ha un significato simbolico molto profondo, essendo legato al concetto di libertà. Sognare di volare dove si vuole indica la presenza di una forte componente spirituale.

25. Avere un’intuizione dal nulla e contemporaneamente percepire formicolii e pressioni sulla testa: ti è mai capitato?

Alcuni sintomi caratteristici della fase di risveglio spirituale consistono nello sperimentare formicolii e strane pressioni in varie zone del corpo, ma specialmente sulla testa. Non di rado, tali sintomi fisici sono accompagnati da intuizioni e immagini mentali non sempre di facile interpretazione.

26. Ripensando al tuo passato, ci sono mai stati dei cambiamenti sostanziali nel tuo modo di essere?

Il processo di risveglio spirituale può essere sconvolgente e dare l’impressione, a chi lo sperimenta, di aver vissuto molto più a lungo rispetto alla sua età anagrafica. Questo potrebbe essere dovuto, in parte, alla rievocazione di ricordi appartenenti ad altre vite su questo pianeta e non solo.

27. Sperimenti / hai mai sperimentato – alcuni di questi sintomi in condizioni di salute normale? E quali? (puoi scegliere fino a 4 elementi)

Le persone che sperimentano il fenomeno del risveglio spirituale manifestano, nella maggior parte dei casi, sintomi ben precisi. Questa lista elenca quelli più frequenti e generalizzati. Una volta superata la fase iniziale, è normale non avere più questi sintomi.

 

Test del Risveglio e Test della Consapevolezza: Interpretare i risultati

banner test della consapevolezza banner test del risveglio

Premessa
Nell’utilizzo di questi due strumenti unici nel loro genere giocano un ruolo fondamentale, oltre all’età dell’utente, il grado di apertura mentale e il livello di attenzione. Le risposte sono di tipo qualitativo, ragionato; se lette frettolosamente e con superficialità conducono inevitabilmente all’ottenimento di un punteggio modesto.

Avvertenze generali
Il test della consapevolezza e quello del risveglio andrebbero dunque eseguiti con la massima concentrazione, sforzandosi di capire il significato di ogni singola risposta, seppur apparentemente banale, prima di operare le proprie scelte. Per quanto concerne il tasso di apertura mentale, va specificato che l’impostazione dei test prevede che l’utilizzatore possieda un certo grado di maturità e inclinazione verso l’introspezione. Difficilmente un adolescente di età inferiore ai 16 anni riuscirebbe a cogliere determinate sfumature insite nelle domande e nelle risposte, pertanto si consiglia ai più giovani che vogliano comunque affrontare queste due prove, di farlo in compagnia di un adulto che funga da supporto.

Avvertenze per i frettolosi
Allo stesso modo, anche una persona adulta abituata ad affrontare la quotidianità con il “pilota automatico” inserito e poca voglia di andare a fondo nelle cose, troverebbe questi due test ostici e poco interessanti. Se questo è il tuo caso, il nostro consiglio è di tornare quando avrai almeno un’ora di tempo tutta per te, e soltanto dopo aver svuotato la mente dai doveri, dalle responsabilità e da tutto ciò che possa spingerti ad apparire in un determinato modo. Ricorda che dare risposte rapide ed impulsive conduce sempre e comunque verso un punteggio medio-basso.

Risposte autentiche e risposte socialmente desiderabili
Un problema comune a tutti i test di personalità, o forse dovremmo dire a tutte le persone, è quello che risiede nella differenza fra le risposte percepite come vere e quelle percepite come socialmente desiderabili. Gli individui più insicuri, coloro che danno maggior peso all’opinione altrui e alle apparenze, così come al cosiddetto “politicamente corretto”, manifestano una certa predisposizione verso le risposte ritenute “giuste”, ma non necessariamente percepite come autentiche.

Facciamo un esempio; prendiamo in esame la domanda del test della consapevolezza che riguarda la formulazione dei giudizi. Abbiamo notato che moltissime persone scelgono questa risposta: giudicare è sempre sbagliato. Ma quanti lo pensano veramente? E quanti, piuttosto, se si sentissero completamente liberi da ogni condizionamento sociale, risponderebbero con quest’altra opzione: tutti noi formuliamo giudizi, però non è necessario esternarli (?).

Se ritieni che questo sia il tuo caso, nessun problema, ora che ne hai preso atto non devi fare altro che ripetere i nostri test facendo tesoro di questa nuova consapevolezza e vedrai che il risultato finale sarà più interessante.

Veniamo ora all’interpretazione dei risultati
Diamo per scontato che tu abbia letto con attenzione domande e risposte, che tu che abbia operato le tue scelte con sincerità e che la tua età anagrafica sia di almeno 16 anni. Se hai meno di 16 anni non devi allarmarti nel caso in cui il tuo punteggio sia basso, è perfettamente normale. Torna a trovarci fra qualche anno.

Se hai ottenuto un punteggio modesto significa che:
– la tua coscienza è ancora in fase embrionale, vuoi perché sei troppo preso/a dagli aspetti materiali della vita (lavoro, soldi ecc.), vuoi perché manchi di spiritualità e quindi ritieni, consapevolmente o meno, che l’esistenza umana si riduca al solo fare, consumare, possedere. Sostanzialmente ti identifichi in ciò che fai, in quello che possiedi e nei risultati concreti e misurabili che ottieni. Ciò che manca è l’aspetto legato all’Essere e al Sentire, senza i quali, purtroppo, non vi è alcuna possibilità di sviluppare una consapevolezza che vada oltre l’ego e le percezioni dei cinque sensi.

Se hai invece ottenuto un punteggio intermedio vuol dire che:
– la tua coscienza è viva, reattiva e potenzialmente pronta per proseguire nel suo viaggio di espansione verso l’infinito. Questo discorso vale soprattutto per chi è ancora giovane, diciamo dai 40 anni ingiù. Chi si trova in età più avanzata è raro che subisca scossoni a livello coscienziale, sebbene in questo campo non si possa escludere nulla a priori. Si tratta di un viaggio senza ritorno, nel senso che una volta acquisita una forma di consapevolezza più ampia non c’è possibilità di fare dietrofront. Inoltre, progredire in termini spirituali significa eliminare tutto ciò che non serve, avere meno per essere di più. Ecco perché molti decidono, consapevolmente o meno, di accontentarsi di una coscienza a tratti alterni.

Se il tuo punteggio è elevato possiamo affermare che:
– sei un attento osservatore, curioso, il quale cerca un senso più autentico anche nelle cose apparentemente ovvie e scontate. Una persona che non si accontenta, insomma, ma non in termini materiali, bensì spirituali. Generalmente chi giunge a questo livello di coscienza non lo fa per caso, bensì come conseguenza di una scelta personale consapevole. Dal momento che non si può ritornare ad essere inconsapevoli, il tuo destino sembrerebbe essere segnato: dovrai proseguire su questa strada, che ti piaccia o no. Se cercherai di fare diversamente finirai per tradire la tua natura e non troverai alcuna soddisfazione nel farlo. Se queste parole ti suonano bizzarre o incomprensibili, allora è probabile che tu abbia ottenuto un punteggio elevato per puro caso o perché cercavi di scovare le riposte “giuste”.

SFERE DI INTERESSE (solo per il Test del Risveglio)
Le cosiddette sfere di interesse sono quattro e investigano determinati ambiti della coscienza e del comportamento, pur essendo, naturalmente, collegate fra di loro. Il punteggio indica il grado di avanzamento in quel dato campo. Nello specifico esse riguardano:

Il Distacco
L’opposto dell’attaccamento, ossia la capacità di distaccarsi psicologicamente da tutto ciò che è frutto del mondo: oggetti, denaro, lavoro, affetti. Sì, anche le relazioni interpersonali fanno parte di questa sfera: l’anima ricerca l’assoluto, mentre la gran parte dei rapporti terreni basati su parentela e bisogno reciproco è del tutto transitoria. Attenzione: quando si parla di attaccamento agli oggetti, va compreso che il problema non è l’oggetto in sé (qualunque esso sia), bensì la percezione interiore, conscia o inconscia, di non poter vivere senza di esso.

La Disillusione
Dopo una prima fase di turbamento, rifiuto e rabbia, arriva il disincanto. L’ego fa resistenza e non vuole mollare le sue illusioni e false sicurezze; mentre l’anima, che osserva le cose da una prospettiva non terrena, inizia poco alla volta a demolire tutto ciò che non serve più.

La Scomodità
Una vita comoda e agiata non favorisce l’evoluzione spirituale e mal si concilia con il processo di risveglio. Volenti o nolenti, la sofferenza è un potenziale catalizzatore spirituale, e sapersi distanziare dalle tante comodità di questo mondo consumistico è un primo passo fondamentale verso una rinnovata visione dell’esistenza.

La Sintomatologia
Il processo di risveglio dell’anima si manifesta attraverso una complessa serie di sintomi e fenomeni non sempre facili da carpire. Abbiamo cercato di raccogliere quelli più comuni e tipici delle fasi iniziali e intermedie del percorso di risveglio.

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